• Unisciti alla rivoluzione sostenibile con carotilla •
❤︎ Spedizioni gratuite per gli ordini sopra i 69€ ❤︎
Vai direttamente ai contenuti

Il Black Friday è una giornata caratterizzata dallo shopping pre-natalizio con articoli in offerta e alti sconti per invogliare la clientela a comprare. Ha origine negli Stati Uniti ma è ormai diffuso a livello mondiale e casca il giorno dopo il Thanksgiving. Ci sono varie teorie sull'origine del nome "Black Friday" ma la più attendibile è che sia stato nominato così perché è il giorno che fa tornare in nero i conti che si chiudevano in rosso a fine anno, grazie alle abbondanti vendite.

Inutile dirvi come il Black Friday, in un'ottica di consumismo consapevole e shopping sostenibile, venga visto solo come occasione di consumismo estremo, che porta spesso a comprare prodotti ed articoli che non servono veramente o che rimangono inutilizzati, spinti dagli sconti allettanti.

In Francia, dal 2017, è nato un evento volto a sfidare il Black Friday e a sensibilizzare i consumatori sugli impatti ambientali che ne derivano. Il Green Friday nasce come giornata all'insegna del consumo responsabile, dove le aziende che aderiscono non propongono sconti ma attività legate alla donazione di parte del ricavato verso iniziative ambientali e sociali.

Anche io aderisco al Green Friday sullo shop carotilla.com: in particolare da Lunedì 23 Novembre al Lunedì 30 Novembre 2020, il 10% di tutte le vendite sarà devoluto all'Associazione Onlus Marevivo, che si occupa dal 1985 della salvaguardia dei mari (Scopri di più).

Le alternative al Black Friday quindi esistono: si può scegliere o di non comprare proprio nulla o di comprare in maniera ponderata, sostenendo attività ecosostenibili e/o artigianali, ancora meglio se queste partecipano al Green Friday. 

Vi lascio qui sotto un breve IGTV che avevo dedicato proprio al Black Friday e al Green Friday, in cui spiego la mia esperienza da consumatrice e produttrice di articoli sostenibili:

 

Comprare online o comprare nei negozi fisici?

Fermo restando che comprare prodotti locali, creati nella propria zona, a KM0 e Made in Italy, sia per gli italiani la soluzione più sostenibile possibile, è anche vero che spesso non si ha accesso ad una grande varietà di prodotti sostenibili, nei negozi fisici. Questo è un problema che mi riferite spesso e la conclusione è che si cercano alternative sostenibili online.

Lo shopping online, periodo storico in cui ci troviamo a parte, può essere un modo per molte persone per accedere ad articoli sostenibili che altrimenti non troverebbero facilmente. Per molte persone comprare online è diventata un’abitudine, per molte altre invece si tratta delle prime volte. In questo post troverete consigli per comprare senza rimpianti, in modo che andiate sul sicuro, facendovi riflettere sui vostri gusti, sulla vostra personalità, sull’acquistare prodotti di valore, di qualità, che possano durare nel tempo.

Una buona idea di partenza per comprare online rimanere locali è fare una ricerca sulle Mappe, cercando attività artigianali vicino a voi e andando poi a curiosare sul loro sito web. Sostenere le piccole realtà diventa ancora più importante in un periodo difficile come questo.

Come evitare gli errori più comuni quando si fa shopping (online)?

Quanti di voi hanno nell’armadio e a casa prodotti che si sono amaramente pentiti di aver comprato? Lo shopping è liberatorio, ci piace farlo e sopratutto quando ci sono saldi come per il Black Friday ci si lascia spesso attrarre dal prezzo, senza pensare poi molto a quello che stiamo acquistando. Spesso spendere poco non vuole dire risparmiare, se non pensiamo bene a quello che stiamo acquistando.

La regola base per evitare di comprare prodotti che poi non useremo o che non sono sostenibili è proprio non comprare di getto: succede spesso durante i saldi o perché abbiamo visto quell’articolo sui social media. Comprare di getto non ci permette di chiederci se veramente ci serve, se ci piace e se lo useremo.

Comprare online ci dà la possibilità di informarci meglio sul tipo di prodotto che stiamo acquistando, proprio perché possiamo tornare e rimanere nel negozio online tutto il tempo necessario per prendere una decisione ponderata.

Un altro errore comune è comprare seguendo trend/mode riconoscibili, perché sono di breve periodo. Errore comunissimo nella moda ad esempio proprio perché la fast fashion propone 52 collezioni all’anno: 1 collezione a settimana che è pensata esclusivamente per durare poco, sia per lo stile che per la poca qualità di fattura/materiali. Comprare a raffica per inseguire la moda non aiuta il vostro armadio. È probabile che comprando un capo molto alla moda, non vogliate più indossarlo tra qualche mese/anno proprio perché diventerà palesemente fuori moda.

Cosa chiedersi prima di comprare?

Andare a cercare sul sito di riferimento se esiste una sezione che parla di sostenibilità, di impegno a livello ambientale e a livello etico è la prima cosa da fare. Qualsiasi prodotto in vendita ha infatti subito un processo produttivo, che può essere più o meno sostenibile. Capire come/dove e da chi è stato prodotto un articolo di vestiario, un mobile, un accessorio, è lo step che fa la differenza, se si vuole comprare in maniera coscienziosa ed online si riescono a trovare spesso molte più informazioni rispetto a non comprando in un negozio fisico, proprio perché possiamo approfondire le varie informazioni che vengono scritte dal brand e confrontarle nel web per capire se sono attendibili e vere. Non dimentichiamoci infatti che molti marchi fanno solo Greenwashing, facendo molte promesse e mantenendone poche.

Una cosa da tenere a mente è che esistono realtà sostenibili anche nei Paesi del Terzo Mondo: il fatto che un capo sia fabbricato in India, Cina, Bangladesh etc non esclude matematicamente che possa essere stato prodotto nel rispetto dell'ambiente e sopratutto dei lavoratori coinvolti.

In questo caso andremo a cercare informazioni proprio sulle aziende e i siti di produzione, per poter farci un'idea più chiara.

Materiali e tessuti

Capire di che materiale è stato creato un prodotto è molto importante: ci possiamo rendere conto subito della sua qualità (c’è molta differenza infatti tra un mobile in legno massello e uno in agglomerato di truciolato), della durata della vita del prodotto e del tipo di cure che richiede.

Spesso comprare a basso prezzo vuole dire proprio sacrificare la qualità della materia prima utilizzata e della qualità del lavoro, che per costare meno al produttore sarà portato a termine velocemente e con meno cura. Il prodotto costa di meno, ma vale meno ed ha vita breve. Questo cosa vuole dire? Che dovrete spendere presto altri soldi per sostituire ciò che si è rotto e rovinato velocemente, finendo per spendere molto di più che non avendo fatto da subito un acquisto di qualità.

Se parliamo di capi di vestiario, l’errore più comune é comprare vestiti di materiali non adatti o sbagliati per la stagione. Il tessuto è uno dei fattori più importanti di un capo: nelle catene fast fashion si taglia spesso sulla qualità dei materiali, spesso poliestere o acrilico e no tessuti naturali.

Una regola generale per i tessuti è che quelli più sostenibili sono di derivazione naturale, meglio se biologici. Pensiamo al classico cotone: per essere coltivato il cotone richiede moltissima acqua e pesticidi, il cotone non biologico non è infatti una vera scelta sostenibile. Lo diventa se appunto è biologico, perché il quantitativo di acqua utilizzata è ridotto e perché non vengono utilizzati pesticidi.

Nei mesi caldi le stoffe da preferire sono: lino, cotone biologico, canapa, viscosa biologica, bambù, liocell, etc. Mentre nei mesi invernali lana, cashmere e canapa o cotone biologico sono le scelte più sostenibili.

 

Quanto contano le certificazioni?

Un aiuto in più ce lo possono dare le certificazioni: anche in questo caso troverete sul sito, se ci sono, i riferimenti alle certificazioni legate al tipo di materiale usato, al tipo di produzione e/o legate alla lavorazione fair trade.

Non tutti i marchi riescono a permettersi la certificazioni: spesso infatti i marchi medio piccoli o gli artigiani non hanno i mezzi per avere certificazioni, ma il lavoro di piccole realtà è spesso sostenibile dal punto di vista etico, proprio perché non si tratta di multinazionali che hanno sotto di loro migliaia di lavoratori in condizioni svantaggiose in Paesi del Terzo Mondo.

Le certificazioni sono quindi importanti quando grandi marchi e grandi aziende le ottengono, perché sottolineano il loro impegno. Ma non sono necessarie per realtà più piccole che sono nate per creare prodotti sostenibili.

Social media e consumismo

Ci tengo a lasciarvi un ultimo spunto, anche se la qualità del video non è il massimo. È una live che avevo fatto sul mio profilo Instagram @carotilla_ in cui avevo come ospite Maura Gancitano di Tlon e con la quale abbiamo proprio parlato del ruolo dei social media in legame allo shopping compulsivo e al Black Friday.

Il ruolo dei social media è fondamentale per capire da dove nascono molti dei nostri bisogni che sfociano nello shopping consumistico e compulsivo.

Inoltre, come mentor per la sostenibilità di Donna Moderna (DMNow) ho portato questo tema all'interno di una diretta che vi lascio qui:

 

 

Articolo precedente Articolo successiva

0 commenti

Lascia un commento

Disponibilità