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Cosa è la COP26 e perché è così importante?

Dal 31 Ottobre 2021 si terrà a Glasgow la COP26, cioè la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici

Ritardata di un anno a causa della pandemia, la conferenza di quest'anno gioca un ruolo fondamentale per il nostro futuro. 

È un evento che si ripete da 26 anni (come indicato nella sigla "COP26") ma quella di quest'anno è forse la più importante di tutte, perché è anche l'ultima per sperare che vengano prese delle decisioni serie e forti per contrastare il cambiamento climatico e per cercare di tenere sotto controllo i suoi effetti devastanti che sono già in atto.

Chi partecipa alla COP26 e quanto dura?

Saranno i 196 leader mondiali che fanno parte delle Nazioni Unite a partecipare ai 12 giorni previsti per raggiungere un accordo (dal 31 Ottobre al 12 Novembre).

Saranno affiancati da decine di migliaia di negoziatori, rappresentanti di governo, imprese e cittadini che parteciperanno alla conferenza.

Cosa è successo durante la COP21?

Nel 2015 si tenne a Parigi la COP21. È importante citarla quando si parla di COP26 perché è la conferenza grazie alla quale è stato firmato l'Accordo di Parigi, il primo che riguardava proprio il clima e i cambiamenti climatici.

In particolare tutti i partecipanti firmarono per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi e ogni Paese si impegnò a stilare un piano nazionale per ridurre le proprie emissioni, il cosiddetto Nationally Determined Contribution (NDC).

 Quali sono allora gli obiettivi della COP26?

L'importanza della COP26 è dovuta anche al fatto che, dopo sei anni dall'Accordo di Parigi, siamo ancora molto lontani dal raggiungere l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi e il tempo per agire è ormai agli sgoccioli.

Sono stati quindi tracciati 4 obiettivi per la conferenza di quest'anno:

1. Azzerare le emissioni nette a livello globale entro il 2050 e puntare a limitare l’aumento delle temperature a 1,5°C

In particolare a ciascun Paese è richiesto di:

  • Accelerare il processo di fuoriuscita dal carbone
  • Ridurre la deforestazione
  • Accelerare la transizione verso i veicoli elettrici
  • Incoraggiare gli investimenti nelle rinnovabili

2. Adattarsi per la salvaguardia delle comunità e degli habitat naturali

In particolare: 

  • Proteggere e ripristinare gli ecosistemi
  • Costruire difese, sistemi di allerta, infrastrutture e agricolture più resilienti per contrastare la perdita di abitazioni, mezzi di sussistenza e persino di vite umane

3. Mobilitare i finanziamenti

E cioè è richiesto ai Paesi sviluppati di mobilitare almeno 100 miliardi di dollari l’anno in finanziamenti per il clima.

4. Collaborare tra Paesi dell'Unione Europea

In particolare:

  • Finalizzare il “Libro delle Regole” dell'Accordo di Parigi
  • Accelerare le attività volte ad affrontare la crisi climatica rafforzando la collaborazione tra i governi, le imprese e la società civile

 

Per concludere, molto è cambiato dal 2015 e dall'Accordo di Parigi.

Sono nati movimenti come il Fridays For Future che hanno unito milioni di persone, soprattutto giovani, a manifestare per fare sì che i governi prendano dei seri provvedimenti per quando riguarda il contrastare il cambiamento climatico.

Inoltre ad Agosto di quest'anno abbiamo letto nell'ultimo rapporto IPPC, rilasciato dalle Nazioni Unite, che gli effetti del cambiamento climatico non solo sono già in atto ma sono anche (ormai) irreversibili e che il tempo di azione è davvero molto limitato.

Difatti secondo il rapporto IPPC le emissioni globali di raggiungeranno il picco massimo nei prossimi quattro anni.

Sarà quindi necessario che il COP26 si riveli decisivo per far sì che vengano attuate soluzioni che potranno limitare gli effetti di un innalzamento della temperatura di oltre 1,5°C. 

 

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